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Messaggio Il Gelicidio Del 13 E 14 Gennaio 1987

#1  Pigimeteo Sab 23 Mag, 2009 20:39

Sarà forse perché in questi giorni fa caldo e, di solito, quando si suda, si cerca conforto all’ombra e al fresco, ma a me viene in mente, giusto oggi, un evento meteorologico senza precedenti, almeno per quanto io ricordi, nella storia climatica dell’Italia centrale e settentrionale. Mi riferisco al grande gelicidio del 13 e 14 gennaio 1987. Io lo ricordo perfettamente perché è connesso ad un evento indimenticabile della mia vita: la visita militare. Il 14 gennaio, infatti, mi recai a Forlì, in treno, insieme ad un nutrito gruppo di miei coetanei per sostenere l’esame medico che avrebbe dovuto decretare, o meno, il mio arruolamento. Ecco perché ricordo così precisamente il giorno.
Era andata così. L’11 gennaio, una colata di aria gelida (con un nucleo di -28°C a 850 hPa), pilotata da un anomalo anticiclone russo-scandinavo, si era abbattuta sull’Europa centrale, investendo direttamente la Germania e la Danimarca, in direzione di una profonda depressione sul Tirreno centrale. Il risultato fu, dal 12, neve anche in pianura su tutto l’Adriatico.
A quei tempi abitavo a Jesi e ricordo bene che fra il 12 e il 13 caddero circa 25 cm di neve. Le precipitazioni interessarono anche tutta la Romagna e parte dell’Emilia, con discreti accumuli. La mattina del 13 – leggo dai miei dati – la temperatura minima non era particolarmente bassa (-2°C) perché aveva nevicato per tutta la notte e il cielo rimaneva coperto. Condizioni immutate per tutto il giorno, con massima intorno a -1°C e neve, abbondante ma non copiosissima. Tutto bianco: strade bianche, catene montate (a quei tempi non esistevano ancora le gomme termiche) e, se non mi ricordo male, scuole chiuse.
Io, però, ero già tutto proiettato verso il viaggio dell’indomani.
Poi successe l’incredibile. Lo ricordo come ora, anche se sembra davvero difficile che a distanza di 22 anni uno abbia ricordi così lucidi, distinti, chiari, come se tutto fosse successo qualche giorno fa.
Erano le cinque del pomeriggio, che era già notte, quando dovetti affacciarmi dalla finestra per chiudere le imposte. Udii chiaramente che alla silenziosa nevicata era subentrato un leggero, ma inconfondibile, crepitare di pioggia. “Ma come? Piove?” mi dissi e ci rimasi un po’ male. Sapevo che l’ondata di gelo era agli sgoccioli, ma non credevo che la neve cedesse il posto alla pioggia. Non credevo, almeno, così presto. Eppure – esaminando attentamente il display luminoso del mio termometro (preso da un vecchio frigo di supermercato e posto all’interno di casa dopo aver forato il muro esterno e averci fatta passare una sonda), la temperatura era di -2°C. Pensai che ci fosse qualche problema o che il termometro non fosse preciso. Passai diversi minuti affacciato da diverse finestre: da una vidi bene il vasto giardino della villa accanto al mio condominio – proprietà di un noto costruttore jesino di carrelli elevatori – sotto uno scroscio di pioggia, ma ancora perfettamente innevato, anzi: alla luce dei lampioni, quasi lucido. Eppure pioveva. E come pioveva!
Alle sei dovetti uscire con mio padre per alcune compere. La 127 bianca, con catene, andava benissimo sulla neve. Stavolta no. C’era qualcosa di strano. Prima di tutto i tergicristalli erano completamente incollati al vetro e, dopo l’arduo lavoro di scongelamento, si saldarono ancora al vetro dopo pochi secondi. E, poi, l’auto non teneva per niente la strada. Anche se i binari scavati nel manto nevoso della strada, in teoria, avrebbero dovuto far mantenere la direzione all’auto, in realtà slittavamo ovunque e specie le partenze erano una cosa inenarrabile. Scendere dall’auto ed arrivare al negozio dove avremmo dovuto comprare il pane ed altre poche cose fu difficile: la neve si era come ricoperta di uno strato di ghiaccio lucido, bellissimo da vedere ma assolutamente scivolosissimo. Ho l’immagine davanti agli occhi di questa via (via delle Nazioni, periferia occidentale della città) sotto la pioggia, con la neve lucida, compatta e i rami degli alberi scintillanti, come ricoperti di vetro. Non tirava un alito di vento.
A quei tempi non avevo idea di che fenomeno si trattasse e non avrei mai concepito che potesse piovere sulla neve e che la pioggia, immediatamente, potesse congelare formando uno strato di ghiaccio perfettamente trasparente come cristallo, specialmente attorno ai rami degli alberi. Il fenomeno, tra l’altro, non era mai capitato prima di allora (avevo quasi 18 anni) né più l’avrei rivisto.
Me la godei immensamente quella sera. Armato di ombrello scesi giù in cortile e per un’ora, con l’ombrello che si caricava di ghiaccio e si appesantiva sempre più, mi guardai questo fenomeno così irreale, quasi magico. Di notte, del resto, il gelicidio è immensamente poetico. La neve, che è già capace di trasformare la notte in crepuscolo, se ricoperta di uno strato di ghiaccio lucido e perfettamente levigato, riflette la luce in maniera ancora più efficace. Fu favoloso guardare quel paesaggio bianco, incrostato di cristallo, mentre la pioggia crepitava sopra quell’ombrello malfermo - non ero molto robusto a quell'epoca...
Notte quasi insonne. Partenza prestissimo. Buio pesto da casa mia fino alla stazione: strada lucida di ghiaccio, come spalmata d’olio. Una cosa inaudita: rami d’alberi chini sotto il peso della neve e del ghiaccio, spessi tre o quattro dita; neve bianca e levigatissima, dura come il cemento; spadoni di ghiaccio ovunque: dai tetti, dai terrazzi, dagli alberi, dai portoni.
Alla stazione, con gran fatica, arrivarono tutti. Il treno fu in grande ritardo per i binari praticamente incollati. Tutti a bordo. Destinazione: Forlì.
Ci arrivammo in mattinata. Pioveva, ma il paesaggio era lo stesso della partenza, se non ancora più incantato. Nella città romagnola, infatti, il ghiaccio vetrone aveva uno spessore di almeno tre o quattro centimetri. Non uno riuscì a tirare una sola pallata di neve senza farla assomigliare ad una sassata. L’immagine più bella, che ho scolpita nella memoria, è quella di un albero di caki, completamente ricoperto di ghiaccio vetrone, nei pressi dell’albergo dove poi alloggiai. Lo spettacolo durò almeno altre sei o sette ore.
Nel pomeriggio, però, qualcosa cambiò ed ho ancora davanti agli occhi l’immagine dello stesso albero che cominciava a perdere lo strato di cristallo che lo ricopriva: la temperatura era salita sopra lo zero e la pioggia era tornata ad essere normale stillicidio di acqua.

allego parte delle previsioni del tempo del 13 gennaio in cui non è previsto gelicidio se non nell'Europa orientale. E voi, che facevate quel giorno? che tempo fece da queste parti, oltre il crinale appenninico?

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Messaggio Re: Il Gelicidio Del 13 E 14 Gennaio 1987

#2  nembokid Dom 24 Mag, 2009 16:32

bel racconto Pigi... io purtroppo non ho ricordo di questo momento, sicuramente avrò visto qualcosa ma aimè la mia mente lo ha rimosso...
Grazie Pigi i tuoi racconti di eventi trascorsi sono sempre piacevoli da leggere  
 




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Messaggio Re: Il Gelicidio Del 13 E 14 Gennaio 1987

#3  andrea75 Dom 24 Mag, 2009 22:05

Nemmeno io ho alcun ricordo in mente... forse qui da noi il fenomeno non ha assunto quei connotati o non si è nemmeno verificato. Resta il fatto che il tuo racconto è davvero affascinante! Complimenti!
 




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Messaggio Re: Il Gelicidio Del 13 E 14 Gennaio 1987

#4  il fosso Lun 25 Mag, 2009 02:28

Ero davvero piccolo e di qusto evento non ricordo niente.
Bellissimo racconto comunque Pigi, grazie di averlo condiviso   
 




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Messaggio Re: Il Gelicidio Del 13 E 14 Gennaio 1987

#5  Marco376 Lun 25 Mag, 2009 08:18

Bella descrizione Pigi!

Io avevo 3 anni e mezzo e non ricordo niente.
Stefc potrebbe saperne qualcosa di più...
 




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Messaggio Re: Il Gelicidio Del 13 E 14 Gennaio 1987

#6  stefc Lun 25 Mag, 2009 09:17

Marco376 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Bella descrizione Pigi!

Io avevo 3 anni e mezzo e non ricordo niente.
Stefc potrebbe saperne qualcosa di più...


...in quell'occasione nessun gelicidio in Valtiberina.
La neve inizio a cadere a partire dal tardo pomeriggio della domenica (11 gennaio) dopo qualche ora di pioggia continua, proprio mentre a 90°minuto scorrevano le immagini della sintesi di Verona-Inter giocata sotto una fitta nevicata con Rummenigge ed Elkier in campo.
Poi il lunedi 12 fu coperto e nevoso ad intermittenza con circa una decina di centimetri molto pesanti, con schiarita verso il tramonto.
Il cielo rimase sereno per circa 8 ore favorendo una bella gelata, poi verso le tre-quatttro del mattino del martedi 13 il cielo si coprì velocemente ed inizio a nevicare copiosamente fino alle nove del mattino (circa 10-15 cm accumulati sopra i residui del giorno prima), ora in cui la precipitazione inizio a trasformarsi in pioggia debole a causa di un progressivo ed inesorabile aumento termico.
Il giorno seguente (mercoledi 14), dopo una nottata e buona parte della mattinata caratterizzata da pioggia grossa ed insistente, provò di nuova a nevicare con fiocconi portati dallo scirocco (era evidentemente un rientro freddo in quota da e-n/e camuffato da scirocco al suolo) fino quasi a riuscirci, ma poi la pioggia riprese di nuovo il sopravvento.
L'ultimo gelicidio degno di nota in Valtiberina che mi ricordo io è quello del 1 gennaio 1997, da mezzanotte fino all'una, quando inizio a piovere con -1°C al suolo..........


   
 



 
Ultima modifica di stefc il Lun 25 Mag, 2009 16:49, modificato 1 volta in totale 
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Messaggio Re: Il Gelicidio Del 13 E 14 Gennaio 1987

#7  Marco376 Lun 25 Mag, 2009 12:50

stefc ha scritto: [Visualizza Messaggio]

...in quell'occasione nessun gelicidio in Valtiberina.
La neve inizio a cadere a partire dal tardo pomeriggio della domenica dopo qualche ora di pioggia continua, proprio mentre a 90°minuto scorrevano le immagini della sintesi di Verona-Inter giocata sotto una fitta nevicata con Rummenigge ed Elkier in campo.
Poi il lunedi fu coperto e nevoso ad intermittenza con circa una decina di centimetri molto pesanti, con schiarita verso il tramonto.
Il cielo rimase sereno per circa 8 ore favorendo una bella gelata, poi verso le tre-quatttro del mattino del martedi il cielo si coprì velocemente ed inizio a nevicare copiosamente fino alle nove del mattino (circa 10-15 cm accumulati sopra i residui del giorno prima), ora in cui la precipitazione inizio a trasformarsi in pioggia debole a causa di un progressivo ed inesorabile aumento termico.
Il giorno seguente, dopo una nottata e buona parte della mattinata caratterizzata da pioggia grossa ed insistente, provò di nuova a nevicare con fiocconi portati dallo scirocco (era evidentemente un rientro freddo in quota da e-n/e camuffato da scirocco al suolo) fino quasi a riuscirci, ma poi la pioggia riprese di nuovo il sopravvento.
L'ultimo gelicidio degno di nota in Valtiberina che mi ricordo io è quello del 1 gennaio 1997, da mezzanotte fino all'una, quando inizio a piovere con -1°C al suolo..........


   


Lo sapevo che te ricordavi anche i dettagli!
Sono stati proprio dei bei giorni, chissà se qui in collina ci avrà bufato di più... bho!
 




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Messaggio Re: Il Gelicidio Del 13 E 14 Gennaio 1987

#8  stefc Lun 25 Mag, 2009 12:55

stefc ha scritto: [Visualizza Messaggio]

.....proprio mentre a 90°minuto scorrevano le immagini della sintesi di Verona-Inter giocata sotto una fitta nevicata con Rummenigge ed Elkier in campo.......


.... piuttosto vorrei ricordare un evento meteorologico del giugno 1986, visto che prima ho tirato in ballo un evento calcistico e perchè sicuramente più in linea con il periodo attuale, e cioè la sfuriata temporalesca della notte tra il 29 e 30 giugno 1986.
A quell'epoca facevo il militare a Spoleto.
Siccome ero di servizio presso la Caserma Garibaldi non avevo potuto usufruire della libera uscita (che significava puntulamente tornare per qualche ora a casa). Quel giorno però non me ne fregò più di tanto perchè la sera si giocava la finale del mondiale in Messico tra la Germania (sempre di Kalle Rummenigge) e l'Argentina di Maradona, che non avrei potuto vedere se fossi uscito.
La giornata trascorse tutto sommato tranquilla, sia in caserma perchè essendo domenica era quasi deserta, sia meteorologicamente con cielo poco nuvoloso, temperatura sui 27°-28°C e con leggera sensazione di afa, in attesa di assistere alla finale (3-2 per l'Argentina).
Finita la partita entrai in servizio P.A.O. insieme ad un mio compagno di Rivotorto.
Nonostante fosse già buio l'aria era stranamente ancora molto calda ed afosa, ben superiore ai 20°C.
D'un tratto, camminando per il piazzale, cominciammo a vedere qualche bagliore in lontananza verso n-n/e. Visto però che il cielo era sereno nessuno di noi pensava che potesse essere un temporale ed anzi, dicemmo "......Guarda là che culo quelli, me sa chè c'è qualche festa paesana e stanno facendo i fuochi d'artificio, altro che noi qui a fare i bischeri con la baionetta alla cintura........"
Solo che sti fuochi presunti cominciavano a durare un po' troppo, apparivano sempre più vicini e si estendevano all'orizzonte e in quel silenzio non si udiva nemmeno un botto....
"....me sa che quelli non sono fochi, è ma un bel temporale...." dissi.
"....a ste', ma che stai addì, quelli son fochi..." mi rispose. Ed io "...fochi un ca..o, guardali bene, hai forse mai visto i fochi a forma di trivella ramificata ?....". "Urka....." e si convinse anche lui.....  
Infatti poco dopo cominciarono ad appararire le prime nuvolette e un lampo più intenso illuminò in lontananza e chiaramente un ammasso temporalesco che si stava avicinando minaccioso.
".....azzo, speriamo che non arrivi prima della fine del turno perchè sennò ci se zuppa per bene...."
In pochi minuti il cielo si coprì con i lampi sempre più intensi e vicini, si udivano i primi tuoni, il vento si alzava impetuoso.... Finimmo il turno appena in tempo per assistere ad un violento quanto brevissimo temporale che allagò e spazzò tutta la caserma. Alla fine solo tanto rumore e pochi millimetri, almeno ad occhio.
Ma nei giorni seguenti tutti i giornali e telegiornali fecero a più riprese la cronaca di questa sfuriata temporalesca che colpì tutta l'Italia orientale e zone interne dal Friuli fino alla Puglia nel giro di poche ore con allagamenti, grandinate devastanti, trombe d'aria, tetti scoperchiati e miliardi e miliardi di danni (in lire)...... Ed anche una parte dei nostri compagni commilitoni che quella notte erano al campo di Prata d'Ansidonia (L'Aquila) ci raccontarono di una notte da tregenda con le tende e tutta l'attrezzatura che volava via.....
E noi fortunatamente eravamo solo stati sfiorati.....

Speriamo che nei prossimi giorni, dopo questa intensa calura, non si verifichino fenomeni troppo violenti........

   
 



 
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#9  Pigimeteo Lun 25 Mag, 2009 18:26

stefc ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Marco376 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
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Complimenti! Ti sei ricordato praticamente di tutto! Quel che si dice: un evento indimenticabile! La neve lascia sempre buoni ricordi...
Ho anch'io l'impressione che il gelicidio non si sia esteso al versante occidentale dell'Appennino. Quel giorno, a Perugia, ci furono 6°C di massima, contro i -1°C di Ancona, segno evidente che l'aria fredda ristagnò solamente in Pianura Padana e lungo le pianure delle Marche. A Fabriano, infatti, non avvenne nulla del genere.
Razionalmente parlando, sono fenomeni altamente dannosi, specie per le linee elettriche, per cui c'è da augurarsi che non avvengano. Ma - vi assicuro! - uno spettacolo così bello penso di non averlo mai visto in vita mia. Chssà se a Forlì se lo ricordano? Io, purtroppo, non avevo con me macchine fotografiche: ho solo "foto della memoria"...

Solo in un sito ho trovato menzione di questo fenomeno, relativamente alla città di Trieste (in fondo alla pagina):
http://www2.units.it/~dst/OM/neve/neve_TS.html

 




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