Statistiche
Più popolari • Articoli più valutati • Ultimi articoli
Cerca • Versione stampabile  Clicca su una Categoria per aggiungere un Articolo
La Battaglia di Sentino
Autore: burjan
Data: Sab 27 Mag, 2006 17:40
Categoria: Articoli sull'Umbria
Tipo:
Valutazioni Nessun voto: [Valuta articolo]
Titolo Articolo: La Battaglia di Sentino
Descrizione: La battaglia delle Nazioni
SENTINO, Agosto 295 a.C. LA BATTAGLIA DELLE NAZIONI

di Luisito Sdei

pianasasso


La battaglia di Sentino è sicuramente l’evento più importante di tutta la storia della nostra regione, non soltanto di quella antica. Con essa, l’Umbria lega definitivamente e per sempre il suo destino a quello di Roma; legame che non verrà mai più meno, nel bene e nel male.

Grazie ad un recente e ben documentato studio di Federico Uncini, pubblicato su

http://www.fabrianostorica.it/contr...ano/sentino.htm

possiamo ora ricostruire, anche con intuizioni innovative rispetto alla versione tradizionale, lo svolgimento di questa terribile battaglia.

ANTEFATTO

E’ il 295 a.C. Siamo nel momento decisivo della terza guerra sannitica. I Romani stanno circondando i fieri montanari del Molise con un cappio fatto di alleanze, colonie, annessioni pure e semplici. La loro strategia è chiara: appoggiarsi alle oligarchie schiavistiche di ogni città e tribù, alle quali garantire, con la invincibile forza delle legioni, la forza militare necessaria per mantenere e rafforzare la propria egemonia sociale, politica ed economica.

Stavolta, però, anche i Sanniti hanno un piano. Sono comandati da un geniale “meddix tuticus”: Gellio Egnazio. Il quale riesce a fare due operazioni di prim’ordine: una diplomatica, tessendo un’alleanza con Etruschi, Umbri e Galli Senoni; l’altra militare. Si rende infatti conto che soltanto concentrando tutte le forze dell’alleanza e annientando in un colpo solo le legioni di Roma si potrà togliere ad essa l’egemonia sulla penisola italiana. Si tratta quindi nientemeno che di portare l’intero esercito sannita attraverso i passi dell’Abruzzo, facendolo congiungere con quello degli alleati nelle attuali Marche.

Questa regione, con la neutralità dichiarata dei Piceni, era praticamente in mano ai Galli Senoni, dal fiume Esino fino a Rimini. Teoricamente, gli Umbri erano in massima parte ostili a Roma: Perugini, Spoletini, Eugubini facevano parte della lega, solo i Camerti di Camerino erano alleati dei Romani. In realtà, lo svolgimento degli eventi autorizza in merito più di un dubbio.

All’inizio del 295 a.C. la lega italica incominciò a radunare gli eserciti nella Gallia Senonia, nell’agro Sentinate, da dove si poteva attraversare l’Appennino e prendere l’offensiva verso i territori occupati dal nemico.
Roma dovette ancora una volta impiegare tutte le risorse umane di cui disponeva e le migliori strategie contro la forte coalizione avversaria.

Roma in questa situazione politico-geografica ebbe un canale preferenziale e favorevole che le consentì di spingersi nella Gallia Senonia, facendo anche affidamento sulla alleata Camerino, che si trovava a circa 35 miglia da Sentino.

Polibio ci fa sapere che all'inizio della primavera del 295 a.C. una legione affidata al propretore L. Scipione fu lasciata presso Camerino. E qui sorge il primo dubbio: come poteva la legione aver raggiunto Camerino, senza l’appoggio, o quantomeno la neutralità, dei popoli umbri dei Fulginates, e soprattutto dei Plestini, che da tempo immemorabile tenevano il Valico di Colfiorito? Sembra che lungo il tragitto per Camerino da Narni, già colonia romana, passando per Terni, Spoleto e Foligno, i Romani non abbiano incontrato alcun ostacolo. A meno che Scipione non avesse scelto di inerpicarsi per le aspre montagne della Valnerina, cosa assai improbabile, è lecito dedurre che almeno gli Umbri meridionali non si siano imbarcati nell’alleanza antiromana.

Dopo vari dibattiti politico - militari svoltisi al senato di Roma, i consoli Decio Mure e Quinto Fabio Massimo Rulliano partirono nell'estate alla volta dell'Etruria. Prima che questi giungessero in quella regione, i Galli Senoni si mossero in gran numero alla volta di Camerino. Contemporaneamente altri due eserciti furono inviati dai Romani a fronteggiare gli Etruschi non lungi dall'Urbe, uno nel territorio dei Falisci e un'altro nell'agro Vaticano.

Scipione riuscì in un modo o nell’altro ad arrivare a Camerino, ma qui ebbe un’amara sorpresa: i Sanniti erano riusciti a passare nelle Marche e avevano unito le loro forze con quelle dei Galli Senoni. Li affrontò in battaglia, ma venne sonoramente battuto.

In quel periodo D. Mure e Q. Fabio Rulliano erano a Roma per preparare gli eserciti contro la Lega e, saputo della disfatta di L. Scipione, si affrettarono ad attraversare l’Appennino per confrontarsi a Sentino con la coalizione italica.
Ancora una volta, le legioni valicano l’Appennino a Colfiorito senza problemi ed affrontano la Lega sul versante appenninico orientale.

Lo spostamento delle legioni romane per giungere a Sentino è riportato sommariamente da T.Livio nella Storia di Roma: "I consoli valicato l'Appennino raggiunsero il nemico nel territorio di Sentino; ivi ,a circa quattro miglia di distanza, fu posto l'accampamento.
I Romani da Camerino scesero lungo la valle fluviale costeggiando l’ Esino fino a Cerreto, poi risalirono le alture delle Serre e arrivarono nella piana di Fabriano tramite la via di S.Croce.
Questo percorso fu utilizzato anticamente per i collegamenti tra l'Umbria, la valle Esina e del Potenza ed un tratto è citato nelle carte di S.Vittore delle Chiuse come "la via rumana proveniente da campu d'olmo". Testimonianza della frequentazione di questa direttrice sono gli insediamenti Piceni rinvenuti nelle località di Incrocca di Cerreto, Cavalieri, Matelica e Pitinio di S.Severino. I Romani si fermarono nella vasta pianura di S. Maria in Campo, probabilmente, senza oltrepassare il Giano. Il loro accampamento fu ubicato a circa quattro miglia da quello degli avversari , stanziati nelle piane dell’agro sentinate, comprese tra Marischio e Camoiano . La pianura di Fabriano poteva allora ospitare un esercito di quattro legioni, pari a circa 20000 uomini, sia per la sua posizione strategica che permetteva di osservare il nemico accampato di fronte, sia per la presenza di corsi d'acqua e sorgenti necessarie per dissetare i numerosi fanti e cavalli. (fiumi Giano, Burano, Argignano,).
I Romani si portarono al loro seguito un numero di alleati pari alle legioni( circa 20.000 uomini) e 1000 cavalieri campani. Quindi i loro accampamenti potrebbero essere stati due: uno dei legionari e uno degli alleati.
Le aree pianeggianti esistenti allora nel territorio fabrianese erano : le Quaderelle di Cerreto, le Quadrelle di Albacina, la piana delle Muregini(Tuficum), la piana dei Tiberi, Campo d'Olmo e la piana di S. Maria in Campo. Le legioni potevano aver posto il campo nei pressi dell’odierna città di Fabriano, nella contrada del Piano. Difatti nelle antiche carte medievali detta contrada ha la configurazione geometrica del castrum.

Gli Umbri, almeno quelli che avevano aderito alla Lega, e gli Etruschi arrivarono sul campo di battaglia di Sentino, attraverso i passi montani dell’Appennino( Croce d' Appennino, Chiaromonte, Testagrossa ecc.) e si accamparono nelle piane di S.Cassiano, Pegliole , Marischio e Camoiano.

I Sanniti, provenienti dal Molise e l' Irpinia ,attraversarono il Piceno percorrendo la pedemontana Firmium, Urbus Salvia, Helvia Recina, Auximum, Aesis senza essere disturbati dai Piceni, che mantenevano una posizione neutrale al conflitto.
Essi raggiunsero gli alleati nelle piane di Marischio – Camoiano tramite le valli del Misa, Cesano, Esino e la via di Sentino -Attidio.
I Senoni, già padroni del territorio Sentinate si schierarono a fianco dei Sanniti, nella stessa area,seguendo le medesime strade sicuramente adatte al transito dei carri da combattimento.
La testimonianza della frequentazione di questi mezzi da guerra, nella zona di Fabriano, ci è data dai loro ritrovamenti nella tomba celtica di Moscano e nelle necropoli Picene di S.Maria in Campo e della stazione ferroviaria di Fabriano.

Lo scontro di Sentino tra i Romani e la Lega Italica è raccontato dettagliatamente da Tito Livio:<< Si tennero quindi delle consultazioni fra gli alleati, e si convenne di non congiungere tutte le forze in un solo accampamento e di non scendere a battaglia contemporaneamente; i Galli si unirono ai Sanniti, gli Etruschi agli Umbri. Venne fissato il giorno del combattimento ; alla battaglia furono destinati i Sanniti e i Galli; gli Etruschi e gli Umbri ebbero l'incarico di assalire il campo romano proprio nel mezzo del combattimento. Guastarono questi piani tre disertori di Chiusi, i quali durante la notte passarono al console Fabio e gli rivelarono i progetti dei nemici; essi furono quindi congedati con dei doni, perché continuassero a spiare e riferissero qualunque nuova decisione venisse presa. I consoli scrivono a Fulvio e a Postumio di fare avanzare i loro eserciti, rispettivamente dal territorio dei Falisci e dall' Agro Vaticano, verso Chiusi e di devastare con estrema violenza il paese dei nemici. La notizia di tale devastazione indusse gli Etruschi ed Umbri ad allontanarsi dal territorio di Sentino per difendere il loro paese>> .

Nuovo dubbio: dato lo stato delle comunicazioni dell’epoca, quante settimane avrebbero dovuto trascorrere i due eserciti accampati l’uno di fronte all’altro? I Romani mandano messaggeri fino a Civita Castellana (minimo tre giorni); le legioni iniziano i saccheggi nei territori umbro-etruschi (minimo altri quattro-cinque giorni); se si ammettono altri cinque-sei giorni perché la notizia filtri nel campo alleato e maturi una decisione così drammatica, è evidente che si ha un totale minimo di quindici giorni di confronto senza scontro. Il che, conoscendo mezzi, tecniche e approvvigionamenti degli eserciti del tempo, appare davvero poco probabile.

Io ritengo che la decisione Umbro-Etrusca di abbandonare il campo, determinando così la vittoria romana, sia dovuta a un calcolo politico: un pezzo delle élites si era resa conto che i Romani, sicuramente indeboliti dalla battaglia, sarebbero stati vicini più concilianti dei rozzi Sanniti e dei predoni Galli.

I Romani lasciarono i loro accampamenti, oltrepassarono il fiume Giano e si prepararono alla battaglia schierandosi nell'area del Maragone e l' attuale stazione ferroviaria di Fabriano.
L'esercito della Lega avanzò nella stessa direzione dal versante opposto, attraverso la pianura di Camoiano-Marischio.

SVOLGIMENTO

Lo scontro fu molto violento, tanto che nella prima fase della battaglia i Romani ripiegarono verso i loro accampamenti essendo stati sorpresi dalle forti urla dei Galli e dalla rapida avanzata dei loro carri da guerra. La cavalleria romana si spaventò, indietreggiò disordinatamente, fino a travolgere la stessa fanteria che volgeva all'attacco. Il console D. Mure tentò invano di fermare i suoi militi in fuga e visto che la situazione volgeva al peggio, decise di sacrificarsi facendo voto di morte gettandosi nella mischia, dove rimase ucciso . Questo sacrificio arrestò la ritirata dei Romani e la furia dei Galli venne contenuta. In realtà, a fermare gli avversari non fu il sacrificio di D. Mure ma la stanchezza sopraggiunta ai Galli dovuta al clima estivo; infatti la battaglia si svolse nel mese di Agosto. L'impeto dei barbari si attenuò: essi cominciarono a retrocedere travolgendo con i loro carri i propri guerrieri che battevano in ritirata. In quel difficile momento vi fu anche una forte resistenza da parte dei legionari triari che erano molto esperti nel superare situazioni critiche. Essi entrarono in combattimento in un secondo momento ed essendo freschi ed esperti, spezzarono lo slancio degli alleati. I Romani presero il sopravvento e spinsero i nemici verso la piana di Marischio-Camoiano. Incalzati da Fabio e dalle sue legioni, con una travolgente avanzata arrivarono fino agli accampamenti dei Sanniti e dei Galli. Nonostante una resistenza disperata, il campo dei Sanniti fu espugnato. Il loro duce Gellio Egnazio cadde nella difesa. I Galli furono assaliti alle spalle e sterminati prima di arrivare al loro accampamento.
I Romani ottennero una strepitosa vittoria, furono 25.000 i morti fra i Galli e i Sanniti, 8000 prigionieri e 8000 i caduti Romani. Fu una battaglia svolta con molte forze in campo accompagnata da movimenti di cavalleria e di carri che esigevano aree di combattimento molto vaste e la pianura di Fabriano era la più idonea per tali manovre militari. T.Livio nel suo racconto conferma la vastità dei combattimenti affermando che “le spoglie del console D. Mure furono ritrovate dopo due giorni di faticose ricerche”.

Sentinum fu per i Romani il momento culminante della terza guerra sannitica. La notizia della loro vittoria si diffuse rapidamente in tutto il mondo allora conosciuto.

Già prima della fine del 295 a.C. il vittorioso console Fabio Rulliano si era accinto all’impresa di portare a termine l’assoggettamento degli Etruschi e di ricevere la sottomissione degli Umbri; riportò una grande vittoria presso Perugia, Bevagna e Nocera passarono sotto il controllo di Roma, anche Gubbio fu costretta ad accettare un duro trattato di alleanza. Data a questo momento, sicuramente, anche l’ingresso di Gualdo Tadino nella sfera d’influenza romana.

Dopo Sentino, la sola Sarsina rimaneva l’ultimo baluardo dell’Umbria libera. Il suo turno sarebbe venuto nel 266 a.C.

Sentino è oggi una interessante area archeologica.

http://www.museionline.it/percorsi/...o_sassoferr.htm
  
Valutazioni Nessun voto: [Valuta articolo]
Navigazione Veloce KB 

Non Puoi inserire nuovi articoli in questa categoria
Non Puoi modificare gli articoli in questa categoria
Non Puoi eliminare gli articoli in questa categoria
Non Puoi commentare gli articoli in questa categoria
Puoi votare gli articoli in questa categoria
Gli Articoli devono essere approvati in questa categoria
Gli Articoli Modificati devono essere approvati in questa categoria

Powered by Knowledge Base MOD, wGEric & Haplo © 2002-2005
PHPBB.com MOD