LA GUERRA SOCIALE
di Luisito Sdei
Facciamo una scommessa. Quanti di voi, dei tempi della scuola, ricordano le guerre puniche?
E le campagne di Giulio Cesare contro la Gallia? Le romanzesche vicende di Antonio e Cleopatra?
Tutte storie che ormai fanno parte del normale bagaglio culturale di qualsiasi italiano di media cultura. Non solo: tutti argomenti di decine di trasmissioni televisive.
Vi sorprenderò, ma secondo gli autori antichi, la Guerra Sociale è la più grande e sanguinosa guerra mai combattuta sul suolo italiano prima dell’avvento delle armi da fuoco. Secondo alcune stime, provocò appena la metà delle vittime della Grande Guerra: trecentomila. E’ la guerra da cui nasce lo Stato romano inteso come organizzazione statale di tutta la penisola italiana; quella in cui, per la prima volta, un esercito scende in campo in nome dell’idea di Italia. Al termine di questa guerra, gli attuali italiani si troveranno su un terreno di almeno teorica indipendenza ed eguaglianza. Ad ogni effetto, l’atto di nascita della nostra nazione.
Stupiti? Scioccati? Mai sentito nominare la Guerra Sociale? Preparatevi, perché le sorprese non sono finite.
Alla faccia del povero Goffredo Mameli, la guerra che fece nascere l’Italia fu combattuta dagli Italiani CONTRO Roma. Non solo.
Tanto dal punto di vista militare che da quello politico, la guerra si concluse con una sostanziale sconfitta di Roma, della sua classe dirigente, della sua politica istituzionale. Dopo due anni di tremende batoste, l’orgogliosa città-stato dei patrizi si trasformò, volente o nolente, nella capitale di un’organizzazione ai cui vertici potevano ascendere cittadini di ogni parte d’Italia: dall’arpinate Cicerone, fino all’etrusco Mecenate, fino all’umbro-sabino imperatore Vespasiano.
Gli storici latini furono molto abili nel trasformare in sofferta vittoria questa sostanziale sconfitta. Eppure, che di sconfitta si sia trattato lo rivela un episodio emblematico: neanche il feroce tiranno Silla, che pure sterminerà i Sanniti, rei di essersi schierati, qualche anno dopo, a fianco del partito democratico nella guerra civile, avrà il coraggio di rimettere in discussione i diritti acquisiti dagli italiani. Cittadini romani saranno diventati e cittadini romani resteranno.
E qui viene il bello. Secondo la ricostruzione del grande storico canadese E.T. Salmon, esposta nel suo celebre volume sui Sanniti, l’esito di questa guerra fu deciso, in ultima analisi, proprio dagli Umbri. I quali, nel momento decisivo del conflitto, scesero in campo a fianco degli insorti italici, convincendo i Romani a cedere ed a concedere ad essi la cittadinanza romana, con parità di diritti.
Peccato che, di questa guerra, i libri di storia parlino poco o per niente. Quanti di voi l’hanno mai sentita nominare?
Sarà forse perché i nostri programmi scolastici, ancora imbevuti della cultura idealista del Ventennio, non possono diffondere fra le giovani generazioni la nozione che l’idea di Patria italiana si sia formata in una guerra CONTRO Roma?
Nel prossimo topic, ripercorreremo in sintesi le appassionanti vicende belliche, degne di essere rappresentate in un grande romanzo o in un grande film. In ogni caso, immeritevoli dell’oblìo cui una storiografia asservita alla falsa retorica di regime le ha sprofondate.
Tutte fantasie? Beh, presto vi racconterò come è nata e si è diffusa la teoria dell’origine autoctona, italiana, degli Etruschi. Ci sarà molto da ridere.