..posto qui questo articolo perchè mi sembra molto interessante per entrare nel contesto di Monte Nerone:
La vera storia dello sci a monte Nero
http://www.montenerone.it/page.aspx?cat=News&id=4&news=9
MONTE NERONE, UNA PROMESSA PER LO SPORT BIANCO
(Ovvero la vera storia dello sci a M. Nerone)
Fu questo il titolo apparso nella Rivista Ufficiale dell’ ENIT in quel lontano anno 1967 per comunicare agli amanti dello sci la nascita della piccola stazione invernale di Monte Nerone in Provincia di Pesaro e Urbino: diventava quindi realtà un sogno da anni vagheggiato dagli sciatori urbinati; le strutture erano costituite da una sciovia di circa 600 metri, costruita dalla Soc. Leitner di Vipiteno (che già da allora cominciava ad occuparsi anche degli Appennini), una piccola ma solida costruzione in legno, intitolata subito “Rifugio Corsini”, in onore del Principe Corsini di Firenze, proprietario dei terreni che venivano dati in concessione gratuita per gli impianti.- “ Gratuita perchè” – come ebbe a dire il Principe all’Avv. Enzo Vampa di Urbino, tenace propugnatore della costruzione degli impianti – “dopo aver regalato”, così disse, “ la cima della montagna alla ricca ed opulenta Rai per installare il ripetitore TV”, gli era particolarmente gradito pensare che gli sciatori della Provincia – soprattutto quelli urbinati – potessero divertirsi e fare giravolte nei suoi prati di M. Nerone”- . Fu così che nel lontano anno 1966, su iniziativa dello Sci Club di Urbino – forte di oltre 150 iscritti ed affiliato Fisi – ed in particolare del suo Presidente Avv. Enzo Vampa, appassionato frequentatore invernale dell’Appennino, venne interessata la Provincia di Pesaro e Urbino, al fine di ottenere il finanziamento per la costruzione di una sciovia in una delle nostre tre montagne: Catria, Nerone e Carpegna.-
Si era nel lontano 1966 e pochi erano gli sciatori della nostra Provincia, ma subito i Comuni interessati si misero “in lista”, si fa per dire, perchè venisse scelta la propria montagna, comprendendosi che le nuove strutture avrebbero determinato un indotto economico per le popolazioni interessate e creato posti di lavoro.- L’Amministrazione Provinciale - su segnalazione di altro grande appassionato urbinate dello sci, l’Avv. Michelangelo Renzetti - dette incarico all’Ing. Ugo Illing di Cortina, noto progettista dei più rinomati impianti di risalita della Conca Ampezzana, perchè riferisse quale era a suo parere la montagna più idonea per la ubicazione e costruzione della sciovia.-
Fu scelto M. Nerone in Comune di Piobbico, anche dietro i suggerimenti metereologici ed ambientali riferiti dall’Avv. Vampa; in particolare fu scelta la zona del Mandrione, per la sua esposizione a Nord, la giusta pendenza dei terreni, per la natura boschiva della zona, protetta com’ è dal vento costante di libeccio, ed anche per lo spettacolare paesaggio, quasi una balconata verso il Montefeltro ed il mare, ben visibile nelle fredde giornate invernali-. Venne costituita una società, di cui faceva parte l’Amministrazione Provinciale e l’Ente Provinciale del Turismo – che avevano erogato un contributo, rispettivamente di 10 e 5 milioni – lo stesso Principe Corsini e due noti imprenditori piobbichesi, Catani Domenico e Rossi Leo, che ebbero a finanziare in larga misura le opere per la realizzazione degli impianti.-
I primi anni di gestione furono difficili; nessuno aveva l’esperienza necessaria per gestire una sciovia nel duro clima invernale di M. Nerone; non esistevano operai che fossero in grado di gestire e controllare le pur non complesse tecnologie di un impianto di risalita; “le galaverne” di M. Nerone creavano non pochi problemi di gestione per i “traini”, che le aziende del settore costruivano tenendo conto soprattutto delle condizioni climatiche alpine ben diverse, da quelle appenniniche, caratterizzate da forti sbalzi termici e dall’umidità-. Nel giro di qualche anno la Società iniziale, in chiara difficoltà, affidò la gestione della sciovia e del Rifugio Corsini allo Sci Club Urbino che per anni - con grandissimi sacrifici personali di tutti i suoi iscritti – profuse ogni energia per conservare e gestire le strutture che, diversamente, in poco tempo sarebbero andate perdute. Nell’occasione è doveroso ricordare il grande contributo dato da Gianni Ugoccioni, urbinate pure lui, tornato in Italia dalla Svizzera negli anni 1972 – 73, dove aveva lavorato per lungo tempo come montatore e tecnico di impianti di risalita. Gianni Ugoccioni, già apprezzato e stimato tecnico presso l’Istituto Tecnico Industriale di Urbino, con la sua grande esperienza e capacità ha certamente dato un contributo determinante (e che dà tutt’ora ) per il “savataggio” e la conservazione degli impianti.-
Intorno alla metà degli anni 70, nella prospettiva di utilizzare la sciovia anche d’estate, venne installata una pista artificiale, sulla base delle indicazioni ricavate da quella esistente nella “Città della Domenica” di Perugia; la posa in opera della neve di plastica avrebbe garantito la copertura del terreno anche d’inverno, nei punti e nei periodi di scarso innevamento. L’iniziativa non ebbe purtroppo successo (e durò pochi anni), sia per la difficoltà di tenere pulita la pista dall’erba estiva e primaverile, sia per i rilevanti costi di gestione che non potevano essere ulteriormente sopportati dalla Società.-
Intorno agli anni 80 al gruppo urbinate si aggiunse una forte rappresentanza di appassionati sciatori della vicina Città di Castello (con la costituzione di una nuova Società), con a capo Fabio Pacciarini ed il compianto Sergio Scarselli – di recente scomparso – al quale va riconosciuto l’indiscusso merito di essere riuscito a reperire i finanziamenti pubblici necessari per la recente sostituzione della gloriosa sciovia, smantellata per fine durata tecnica (30 anni dalla costruzione), e per la ricostruzione del vecchio e caro “Rifugio Corsini”. A Sergio Scarselli va anche e soprattutto riconosciuto il merito di aver gestito le strutture - sia pure con criteri non sempre condivisibili - per oltre 20 anni con pochi collaboratori e con grande sacrificio personale e nell’inerzia ed apatia totale degli Enti Pubblici interessati che invece, doverosamente, avrebbero dovuto – e dovrebbero – con supporti concreti affiancare le iniziative private nell’interesse sopratutto delle popolazioni locali.-
Le suaccennate difficoltà , e di certo anche quelle ambientali, metereologiche e conseguentemente di accesso al Rifugio Corsini, hanno sicuramente influito sul mancato sviluppo dello sport invernale a M. Nerone. Sono tuttavia da respingere le superficiali e ricorrenti battute “ma a M. Nerone la neve non tiene”, anche se è indubbio che negli ultimi anni le precipitazioni nevose sono sensibilmente diminuite; ma oggi con la neve programmata il problema è oggettivamente superabile, come lo stanno dimostrando le Società proprietarie dei vicinissimi impianti di M. Carpegna che hanno installato nella scorsa stagione invernale 2003 –2004 un moderno impianto di innevamento, e come lo stanno dimostrando tutte le stazioni appenniniche della Toscana, dell’Emilia Romagna e dell’Abruzzo che già da anni utilizzano la neve programmata. Per tale mancato sviluppo M. Nerone è purtroppo ormai da anni considerato la “Cenerentola” degli sport invernali dell’Appennino Centrale, fermo com’è, come numero di strutture, a quelle costruite con entusiasmo - ormai fine a se stesso - nel lontano 1967.-
Nell’anno 2000, su iniziativa dell’Avv.to Enzo Vampa di Urbino, si è costituita altra Società, la Soc. Impianti Turistici Serravalle di Carda – M. Nerone S.r.l., che ha creato un campo scuola per principianti e bambini, in località La Cupa di M. Nerone a quota 1.400 metri, utilizzando in concessione i terreni di proprietà della Università Agraria di Serravalle di Carda. Di essa fanno parte anche, il Prof. Paolo Castellani, speleologo e vecchio lupo di M. Nerone fin dai tempi della sciovia del Corsini, l’Avv. Amedeo Montanari, esperto in problemi amministrativi e societari, molti giovani di Serravalle, imprenditori della zona, i Comuni di Apecchio e di Piobbico, la Comunità Montana del Catria e del Nerone, l’Università Agraria di Serravalle di Carda proprietaria dei terreni dati in concessione, il cui Presidente Gianfranco Cantarini è stato ed è fra i promotori più importanti e lungimiranti della iniziativa, ed infine Pino Forlucci, Consigliere Comunale al Comune di Apecchio, a cui va il merito di aver fatto inserire circa 15 anni addietro, la Cupa di M. Nerone nel Piano Regolatore del Comune di Apecchio, quale zona per l’ insediamento di strutture turistiche. Il Campo Scuola è già dotato di due manovie, due battipista, di tutte le strutture necessarie per la gestione degli impianti, un piccolo anello per il fondo suscettibile di sviluppo. E’ inoltre in fase di sistemazione il laghetto del Pantano, in prossimità della Cupa, anche con il contributo della Comunità Montana del Catria e del Nerone che utilizza fondi CEE e che consentirà l’installazione di un impianto per l’innevamento artificiale per la stagione 2005 – 2006. E’ in fase di studio anche il profilo di una sciovia a fune alta, sfruttando il canalone del “Bugarone” e da collegarsi dal basso con il campo scuola della Cupa.-
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PROSPETTIVE DI SVILUPPO E DI POTENZIAMENTO DEGLI IMPIANTI PER LO SCI A M. NERONE
Fin dagli anni 1982 – 1983, in un’ottica di potenziamento degli impianti di risalita, vuoi anche per risolvere il problema dell’accesso agli impianti del Rifugio Corsini (ancor oggi c’è un problema di viabilità e di accesso al Corsini in presenza di difficili condizioni atmosferiche), l’Avv.to Enzo Vampa aveva suggerito ai due Comuni interessati di Piobbico e di Apechio, ed anche alla stessa Società proprietaria degli impianti del Corsini – di cui lo stesso faceva e fa parte – di realizzare l’accesso agli impianti del Corsini con una seggiovia con partenza dalla località Ranco (quota m. 1000 e a 10 minuti di strada dal paese di Serravalle di Carda, tratto di strada percorribile anche con le peggiori condizioni atmosferiche) e con arrivo e collegamento con la sciovia del Corsini a quota m. 1.450.-
Il canalone del Ranco – ben innevato anche per 3 mesi durante l’inverno, protetto com’è dai venti da Nord e da Ponente, che anzi facilitano il deposito della neve – rappresenta la via naturale di accesso alla sovrastante zona del Mandrione, certamente la più adatta per la pratica dello sci; la zona per la sua esposizione a Nord – Ovest ed ampiezza, consentirebbe lo sviluppo di piste di discesa di Km 3.800 di lunghezza lineare, con un dislivello di circa 450 metri, utilizzabile anche per lo sci agonistico. L’iniziativa andò molto avanti, al punto che furono preparati i profili, i progetti ed i preventivi di massima del costo degli impianti a cura della Società Doppelmmeyr di Lana (BZ); venne interessata anche la Provincia di Pesaro e Urbino; furono fatti sopralluoghi Forestali; si sarebbe costituita una Società Cooperativa S.r.l., con la adesione degli Enti (Provincia, Comuni e Comunità Montana), privati ed imprenditori turistici. Senonchè la incomprensibile ed accanita opposizione della Società proprietaria degli Impianti del Corsini – che invece avrebbe dovuto essere la maggiore interessata all’iniziativa – bloccò l’iniziativa sul nascere anche per il coinvolgimento – del tutto immotivato – di alcune associazioni naturalistche. Non par dubbio comunque che solo con l’accesso alla zona del Mandriane, con una seggiovia dal Ranco, si potrà dare il là allo sviluppo dello sci a M. Nerone. E’ ancora possibile realizzare questo progetto: ma lo si potrà fare solo con il contributo di tutti gli Enti, Comuni di Piobbico e Apecchio, Provincia di Pesaro e Urbino, Comunità Montana del Catria e del Nerone e delle due Società proprietarie degli impianti, cercando di attingere ai contributi Regionali previsti dalla legislatura in vigore.
Fonte: Impianti Turistici Srl Avv. Vampa Enzo