Un'imponente discesa di aria siberiana, proveniente direttamente dalle lontane steppe sarmatiche, sta invadendo l'Europa centro-orientale: si tratta dell'episodio freddo più importante dal famigerato burjan del dicembre 1996. L'aria siberiana ha la cartteristica di essere molto asciutta, e gelida nei bassi strati: ecco così che l'isoterma di -15° ad 850hpa investe Parigi, a Berlino transita addirittura una -17°: nevica a Londra, Parigi, Berlino, Praga, Vienna, Varsavia. La Russia scende fino a -30°, ed a Mosca è strage di senzatetto.
L'Italia, inizialmente ai margini, viene investita anch'essa in pieno dall'aria siberiana, ed è burjan: tormente di neve si abbattono sull'Appennino, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata e Calabria vengono ricoperte di neve. L'isoterma di -10° ad 850hpa arriva a toccare Napoli. Fiocchi di neve segnalati anche su Roma.
Nuove nevicate in Umbria, a Perugia un vento gelido sferza il centro storico ed il pavè ghiaccia, cosiccome la fontana in Piazza Italia. Era appunto dal 1996 che non si assisteva ad un simile fenomeno. Tutto l'Appennino è sotto la tormenta di neve, e le temperature sono in picchiata: non si sale sopra i -4° a Colfiorito il 1 marzo 2005: l'inizio della primavera meteorologica. Castelluccio paese tocca i -16°, con il terrificante windchill di -29°!
Ma il 1 marzo passerà alla storia come un giorno di ghiaccio in tutta l'Umbria. Nessuna città supera gli 0° durante il giorno: -0.1° a Terni, -0.3° a Perugia, -1° a Foligno, -4° a Gualdo, -6° a Castelluccio, -8° a Cascia.
Termometro a Gualdo Tadino, alle 14 del 1 Marzo 2005
Questa volta, però, nemmeno il Nord non sta a guardare: la mattina stessa del 1 marzo, complice la serenità dei cieli e l'assenza di vento, le temperature minime raggiungono valori di altri tempi: Piacenza -13°, Udine -12°, Bologna -10°, Ferrara -9°, Venezia -7°. Tutto questo gelo non andrà sprecato: una nuova perturbazione è infatti alle porte dell'Italia, ed ad aspettarla trova un cuscino freddo pressochè perfetto: è subito grande neve in tutto il nord-ovest Italia, con la Liguria e Genova che ricevono la più grande nevicata della loro storia recente: la mattina del 2 marzo 2005 a Genova cadono 30cm di neve, l'autostrada ligure è paralizzata dal ghiaccio e dai camion messisi di traverso, migliaia di autovetture sono bloccate nella neve. Anche il traffico ferroviario è paralizzato, e per andare da Milano a Firenze occorrono più di sei ore. Nevica nel frattempo a Bologna, Ferrara, Venezia. Ma l'alta pressione avanza, e libera i cieli del Nord, lasciandosi dietro un paesaggio siberiano. A Cervinia splende il sole, ma ai 3500m del Plateau Rosà il termometro segna -27°, con raffiche di vento a 70 Km/h. Il windchill è terrificante.
Nevica in Toscana, a Prato, Arezzo, Siena cadono dai 5 ai 15cm di neve.
Pianura Padana o...Jacuzia?
In Umbria, invece, quella del 2 marzo è una giornata interlocutoria sotto il punto di vista precipitativo, ma sicuramente non dal punto di vista termico: vengono infatti abbattuti numerosi record trentennali: -8.1° la minima di Foligno città, che per Marzo è record assoluto. Ma a fare notizia sono i -32° del Pian Grande di Castelluccio, che conferma la sua nomea di “Piccolo Tibet” ad un passo dal record storico di -35° del gennaio 1985. Altri valori: impressionante Norcia con -18°, poi Spoleto -11°, Città di Castello -9°, Assisi -7°, Perugia e Tuoro -6°.
Pian Perduto: -32° e un'atmosfera magica...
La perturbazione che tanta neve ha portato al Nord, nel frattempo sta coprendo i cieli dell'Umbria. Per Foligno si consumerà una beffa atroce: il giorno 3 marzo 2005 cadono 21mm di pioggia, con la temperatura inchiodata a 2° sopra lo zero. Cento metri più in alto, è solo neve.
Una breve pausa segue a due giorni di pioggia, i valori massimi sembrano risalire fino a portarsi in media con il periodo, Foligno tocca i +14° il 5 marzo. Ma è un fuoco di paglia.
L'ennesima sortita verso Nord dell'anticiclone delle Azzorre pilota infatti verso l'Italia una nuova stilettata artica: è il 5 marzo del 2005, e la neve torna di nuovo a cadere su Foligno città. Una spolverata la mattina, giusto per ricordare a tutti che l'inverno più freddo degli ultimi 20 anni non è ancora finito.
E se a Foligno cadono 2 cm di neve, ben diversa è la situazione nel resto della regione: il tuderte è ammantato da 15cm, cosiccome l'orvietano ed il pievese. A Perugia cadono 10cm, a Spoleto 15, a Norcia 20. Questa volta saltato completamente il settore nord dell'Umbria, a causa del posizionamento basso del minimo di pressione.
Spoleto, la mattina del 5 Marzo 2005
Esauritasi l'ultima fase perturbata, ecco che l'anticiclone oceanico prova a ricordare all'Italia che siamo nel Mediterraneo, che siamo nella prima decade di Marzo, che l'inverno è finito. L'alta pressione si corica sui paralleli, tentando di impadronirsi del Bel Paese. I cieli si ripuliscono, e lo spettacolo è incredibile: l'intera Italia centro-meridionale è coperta di neve, sin quasi sulle coste adriatiche.
L'Italia peninsulare coperta di neve
Nel frattempo, una saccatura nord-atlantica cerca di affondare sull'Europa occidentale: si teme un repentino rialzo termico, e lo scioglimento rapido della grande quantità di neve caduta. Fortunatamente il peggioramento si rivelerà meno intenso del previsto, ed il richiamo umido e mite di libeccio intaccherà il manto nevoso solo fino alle quote medie. Siamo al 9 Marzo 2005.
Per il Generale Inverno, è l'inizio della fine. L'alta pressione delle Azzorre conquista Km verso Est, e libera l'Italia dalla morsa della neve, ma non da quella del gelo. L'11 marzo, il termometro a Foligno scende nuovamente sotto lo zero, segnando -3.5°. Valori inferiori si registreranno a Spoleto e Città di Castello, intorno ai 6° negativi.
Ma il sole inizia ad essere alto nel cielo, e le massime salgono, stante l'aumento delle temperature in quota: un poderoso aumento termico porta i valori massimi a superare i 20°, toccando i +23° a Foligno il 18 Marzo 2005: è l'anticiclone africano, è la primavera. La natura può finalmente riprendere il suo corso.
Si conclude così una delle pagine più emozionanti e per certi versi tragiche della storia meteorologica recente della nostra regione. Rimarrano per sempre nei nostri ricordi le nevicate continue a quote basso-collinari, gli 11 giorni consecutivi con minime negative, i metri di neve dell'Appennino sin dai 500metri, le minime siberiane del 1 marzo, il successivo giorno di ghiaccio in tutta l'Umbria. E ancora, i temporali nevosi, le bufere di vento e neve, il rumore della catene e gli spazzaneve costretti al super-lavoro.
Ricorderemo purtroppo anche le difficoltà di chi è rimasto bloccato nel traffico, dei paesi isolati e dei senzatetto in difficoltà.
Ma soprattutto ricorderemo la neve, che per 40 giorni è stata la nostra compagna di viaggio quotidiana, l'abbiamo vista cadere quasi tutti i giorni, chi in città e chi in collina. L'abbiamo toccata e ammirata.
Sì, non c'è che dire, almeno per me è stato l'inverno più divertente che abbia mai vissuto. Con la speranza che un giorno, il prima possibile, questo ricordo possa venire rinverdito.
Spero che vi sia piaciuto il mio racconto, e che sia stato il più esauriente possibile. Ma che soprattutto, anche se solo per pochi istanti, vi abbia riportato con la mente a quei fantastici giorni.
.....
Fine.
Ringrazio:
Wetterzentrale.de per le mappe.
Umbriameteo.com per il contributo fotografico e qualche dettaglio di cronaca.
Luisito per i dati termici e precipitativi di Foligno.